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"In una nota autobiografica, Francesco Messina ha la forte ambizione di affermare che tende a una scultura che rimanga tale anche ridotta a frammento. Vi sono ragioni per credere che la nascita di queste forme vagheggiate sia soltanto protratta, perché le ultime sue opere ci rivelano in quale direzioni si va definendo l'arte di questo grande scultore. In quella sorta di purgatorio dove lo hanno relegato la maggior parte dei suoi esegeti con un verismo da distruggere e una tecnica da aggregare, Messina ha lungamente ragionato con i modelli dell'antica arte ellenica."

(Salvatore Quasimodo, 1938)